Il caso Eluana



Non ho potuto non scrivere, dopo tutto quanto è stato detto e non detto in questi giorni, un post sul caso Eluana. Come voi tutti sapete, Eluana è una ex studentessa in coma vegetativo da ormai 17 anni e che in questi giorni ha fatto nascere un grosso dibattito sull'accanimento terapeutico e sull'eutanasia.
Il padre, dopo alcuni ricorsi in cassazione, ottenne nel 2007 la possibilità di interruzione dell'alimentazione nelle seguenti condizioni:

  • che «la condizione di stato vegetativo sia irreversibile e non vi sia alcun fondamento medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale, che lasci supporre la benché minima possibilità di un qualche recupero della coscienza».
  • che sia provato in maniera chiara, univoca e convincente che Eluana, prima di perdere lo stato di coscienza, sarebbe stato contrario alla continuazione delle cure.

Ovviamente, arrivati sul punti di staccare il famoso filo iniziano i rimorsi, e si moltiplicano gli appelli di chi è sostanzialmente contrario al blocco. Addirittura alcune cliniche religiose si sono offerte di ospitare Eluana, a prescindere dal volere del padre.

La questione è estremamente delicata, e sopratutto va a toccare quella zona di ogni persona che, a mio parere, è la più delicata e profonda: la vita. Si tratta dell'unico bene di cui ognuno di noi è in possesso e, a mio parere, sarebbe giusto che ognuno di noi possa decidere una così delicata situazione. Io appoggio totalmente l'idea di creare un testamento biologico in cui si possano precisare così delicate questioni. E sì, vero, il Vaticano afferma come la vita vada sempre ricercata e che non possiamo essere noi a dare la morte, ma d'altro canto questa non solo non è vita, ma è una non morte dovuta a delle tecniche "imparziali", come le chiamo io, di medicina moderna. Ovvero tecniche non avanzate a sufficienza per darci la possibilità di curare la persona, ma nemmeno troppo arretrate da non permettere di salvarla. Una via di mezzo che però, purtroppo, porta molta sofferenza, a tutti.

Il messaggio: RIFLETTIAMO!

Aggiornamento 10 febbraio: Ieri, in serata, Eluana ci ha lasciato. Dopo solamente 5 giorni senza cibo, frutto di una costituzione e uno stato probabilmente fragile della ragazza. In ogni caso, facciamo che questa non sia una situazione "inutile". Dobbiamo e possiamo iniziare a regolamentare questi casi. E magari in maniera costruttiva per una volta.

5 commenti:

  1. Condivido appieno le tue perplessità.
    A questo punto mi sorge una domanda: Il padre vuole far morire sua figlia oppure mi é sfuggito qualcosa? Forse non sì é chiesto come potrebbe stare dopo?Alla coscienza non si può staccare la spina.
    E se l'uomo in questi casi non sa dare una risposta, perché non lasciar fare alla natura...

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  2. Boh, è una situazione così irreale...
    Se io fossi uno qualsiasi dei suoi cari, non staccherei mai e poi mai la spina.
    Ma da esterno, davvero, non so che dire.

    "Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati" (Matteo)

    "Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello." (Matteo)

    "Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?" (Luca)

    ...e ancora non capisco quale possa essere la risposta giusta.

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  3. Staccate la spina...Eluana è morta 17 anni fa.

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  4. E' un caso troppo delicato. Io penso che decisioni come quella del padre troppo spesso siano più frutto di uno stato di sentimento che di uno stato ragionevole.

    Effettivamente nemmeno io potrei mai sentirmi di prendere la decisione di staccare la spina .. e questo sopratutto perchè manca il volere della ragazza, cui nessuno di noi può sostituirsi ..

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  5. Quoto in tutto il Rupoletto.

    Come si fa a staccare la spina senza riserve...?
    ...per soldi? Non credo al denaro. Una speranza non ha prezzo, e la speranza non ne vuol proprio sapere di morire. :)
    ...per sfiancamento fisico e psicologico? Per me la vita è felicità, nell'attesa, nella lotta o nel tutto dovuto (per quei pochi fortunati che ce l'hanno). E per questo non dovremmo stancarci mai di essere felici in ogni situazione.
    ...per dare finalmente riposo al dolore di Eluana? E chi dice che soffra...? Non possiamo mettere telecamere nella sua testa.

    Il discorso però non è solo qui, secondo me. E' mille volte più complesso, soprattutto per un cristiano. Ma nel dubbio, dico io, la luce è meglio lasciarla accesa, piuttosto che staccare la spina per sempre.

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